Cambiano le regole per gli agriturismi
La nuova legge, approvata il 17 febbraio 2015 dal Consiglio Regionale, stabilisce che d'ora in poi gli operatori piemontesi dovranno acquistare almeno il 60% dei prodotti alimentari presso altre aziende subalpine e di questa quota, almeno il 25% deve essere di produzione propria.
L'intento è normare e riqualificare l'offerta del settore agrituristico con un'attenzione particolare ai prodotti agricoli locali.
Secondo i dati del censimento dell'agricoltura 2010, in Piemonte l'agriturismo si sviluppa capillarmente sull'intero territorio: nelle otto province le aziende agrituristiche erano 1068. Di queste 689 ubicate in zone collinari, 206 in zone montane e 166 in pianura. A guidare la classifica per provincia era Cuneo, con 344 agriturismi, seguita da Torino con 206, Asti con 176, Alessandria con 174, Novara con 57, Biella con 41, Vercelli e il VCO con 35 a testa.
Inoltre, viene riservata particolare attenzione alle zone cosiddette svantaggiate, in special modo della montagna, e ai soggetti diversamente abili, si garantisce la piena trasparenza sulle regole, compreso il ribadire che l'agriturismo é complementare all'attività agricola, si dispone che negli agriturismi ci sia la prevalenza dell'attività agricola su quella alberghiera e di ristoro, e se ne fissano i criteri per la misurazione.
Viene anche istituita la possibilità di esercitare una forma ridotta di ospitalità, quella rurale familiare, e di utilizzare spazi per il campeggio. Per l'avvio di un'azienda è sufficiente la segnalazione certificata di inizio attività.