Da alcuni giorni sono iniziati i lavori per la costruzione di una centrale idroelettrica, da parte di una ditta privata (la Idropadana srl), che sfrutterà le acque del fiume Po, a valle del ponte ferroviario di Casale Monferrato.
Dopo un lungo iter autotizzatorio (il primo progetto risale al 1984), nei prossimi mesi si vedrà la realizzazione di un impianto da 21 GWh annui, sfruttando un salto artificiale di poco oltre 4 metri. Energia che sarà generata da quattro turbine, per una potenza media di concessione pari a 2.943,6 kW.
L'impianto, inoltre, rientra nei requisiti individuati dal Piano Energetico Ambientale Regionale (approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale 3 febbraio 2004, n. 351-3642), in quanto risulta appartenere alla tipologia degli impianti di piccola taglia, garantendo produzioni energetiche significative senza sottendere tratti di corso d'acqua e senza alterare le condizioni di deflusso.
L'impianto è, in sintesi, costituito da:
Per l'innalzamento del livello idrico a monte, funzionale alla derivazione della portata da parte dell'impianto e alla creazione del salto idraulico, si prevede di installare uno sbarramento "mobile", costituito da una struttura tubolare in tessuto gommato, posata su una platea in cemento armato costituente la struttura fissa della traversa, che potrà essere più o meno riempita di acqua, mediante apposite pompe e relativo sistema di valvole, regolandone di fatto l'elevazione sul fondo a partire da una condizione di completo abbattimento (corrispondente alla quota di sommità della soglia in progetto pari a 101,50 m.s.m.), nella quale non si determinerà alcuna variazione della geometria della sezione di deflusso rispetto all'attuale.
Per la realizzazione dello sbarramento flessibile sul fiume Po si procederà in due fasi distinte (tratto sinistro e tratto destro), per ognuna delle quali si provvederà a mettere in asciutta la porzione di alveo interessato dai lavori realizzando, attraverso la movimentazione del materiale dell'alveo stesso o proveniente da cava, un modesto rilevato con funzione di arginello (avente sezione trapezia, larghezza in sommità di 3,00 e altezza sul fondo alveo di circa 3,00 m) lungo circa 150 m che sarà ricollocato nel passaggio tra una fase e l'altra e completamente rimosso al termine dei lavori.
L'opera di presa, ubicata in sinistra immediatamente a monte dello sbarramento, è del tipo a derivazione laterale, ed è costituita da un setto (muro) in cemento armato con quota di sommità a 103,00 m s.m.. Il canale di derivazione e di raccordo con quello di adduzione a valle è lungo circa 80 m e avrà sezione rettangolare di larghezza massima pari a 48 m, con fondo scorrevole posto a quota variabile da 102,00 m s.m a 98,83 m s.m.
All'interno dell'edificio saranno alloggiati quattro gruppi di produzione costituiti ognuno da turbina ad asse verticale con girante tipo Kaplan accoppiata ad alternatore sincrono.
In corrispondenza dello sbarramento è prevista la realizzazione di un doppio passaggio per l'ittiofauna, in modo da ripristinare la continuità del corpo idrico relativamente ai flussi migratori delle specie ittiche, la quale verrebbe altrimenti interrotta dalla presenza della traversa in progetto.
Più in dettaglio, saranno realizzati due passaggi di tipo tecnico, a fenditure laterali, presso le estremità opposte della traversa, in modo che - considerando l'ampia larghezza della sezione fluviale - presso entrambe le sponde vi sia la possibilità di superare lo sbarramento.