Fu la nobiliare residenza dei Marchesi Natta d'Alfiano, passato successivamente alla fine del '700 al banchiere israelita Emilio Vitta.
Il progettista rimane sconosciuto, tuttavia ci è dato sapere che fu Giacomo II Natta, capitano della Guardia Ducale degli Arcieri che, alla fine del '600, fece eseguire la prima sistemazione. Altri lavori fece eseguire la figlia Maria Maddalena, Contessa di Frassineto, prima del suo esilio nel 1709 a Piacenza. Alla sua morte, nel 1744, il palazzo passò al nipote Giuseppe, il quale, su prospetto del Magnocavallo ne fece ristrutturare gli ambienti e lo dotò di ampie scuderie (su disegno di Benedetto Alfieri).
Comparve così lo scalone a doppia rampa, con decorazioni di panoplie in stucco, vasi e statue tedofore e il maestoso salone d'ingresso, con balconata per l'orchestra ed addobbi di trofei ed armature in cartapesta stuccata. Ad affrescarne le volte furono chiamati i fratelli Bernardino e Fabrizio Galliari.
Il Marchese Natta moriva nel 1796 e dagli eredi il banchiere Vitta comprava il palazzo facendolo sistemare ulteriormente. La famiglia ebraica tenne la dimora fino al 1915, quindi il palazzo fu ceduto all'Ente Trevisio.
Oggi, dopo qualche anno di chiusura Palazzo Vitta rivive, tornando ad aprire le sue porte e diventando luogo di ritrovo, salotto musicale e artistico nel centro della città.
Palazzo Vitta
Via Trevigi, 12
apertura in occasione di concerti, mostre, manifestazioni
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